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Tag: Music

Luchè @ Rock_in_Roma

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• Luchè •

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Rock In Roma  (Ippodromo delle Capannelle – Roma) // 26 Luglio 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Tommaso Viscomi[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”15754,15753,15761″][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”15756,15758,15759″][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”15755,15760,15757″][/vc_column][/vc_row]

I Ministri @ MIND_Festival

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• I Ministri •

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+

Alteria 

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Mind Festival (Monte Cosaro – MC) // 26 Luglio 2019

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Ormai da anni, il Mind Festival di Montecosaro è una certezza per i marchigiani (e non) amanti dei bei concerti e della musica live. L’edizione 2019 mi ha riservato due grandi sorprese per l’appuntamento del 26 luglio: prima, l’annuncio de I Ministri, che mi mancavano davvero troppo, per una delle quattro eccezionali date del tour estivo; poi, l’opening act di Alteria, con la quale, dopo quelle che sono state più di una recensione e di un’intervista, si è creato un legame speciale.

Sono arrivata presto venerdì. Ho respirato l’atmosfera familiare ma entusiasta delle grandi occasioni. Un’organizzazione impeccabile, la cura dei dettagli, il prato sconfinato e la possibilità di incontrare gli ospiti, tra soundcheck, birre e il profumo degli arrosticini. Il disco firmato da Alteria, il suo La vertigine prima di saltare, per vederla, poi, saltare sul palco accompagnata dalla band e dalle canzoni colorate, come lei, di energia, rinascita e rivincita.

Soltanto un breve frangente per il cambio strumenti e il compattarsi delle prime file che ecco entrare in scena Fede, Divi e Michelino Esposito, nelle giacche napoleoniche dai bottoni dorati, la loro seconda pelle.

A cavallo delle imponenti note di Mammut, il set scorre tra chitarre distorte, rullanti incazzati, sudore, pogo, mani e microfoni al cielo. Idioti è la fiamma che accende il primo circle pit al grido di “sono io quello normale”, mentre I soldi sono finiti è la dedica ai dodici anni di attività del gruppo e a tutti coloro che, da eroi dei nostri giorni, hanno ancora il coraggio di formarne uno, nonostante di soldi ne siano rimasti, appunto, davvero pochi.

Un’onda emotiva travolge chi, da sopra e da sotto il palco, vive la musica come ragione di esistenza, ago della bilancia nelle scelte, denuncia di ingiustizie, mappa di sentimenti.

I ragazzi del Mind Festival, i precedenti live nelle Marche e il ritrovato calore del pubblico sono omaggiati nell’introduzione di Se si prendono te, tratta dal disco Per un passato migliore.

Passato, presente e futuro che si intersecano in Un viaggio, titolo dell’ultimo singolo e manifesto di un’ardua missione, paragonata alla titanica impresa di indossare le giacche, nonostante e contro il caldo. Un bilancio provvisorio, registrato e donato ai fan.

La prima parte si chiude con Il bel canto, in versione chitarra e voce, in nome di una forma d’arte, quasi estinta, che nasce da accordi semplici e autentici, testimoni di un momento unico ed irripetibile.

L’istantanea di Divi che si avvicina e si appoggia a Fede, nella ricerca di un contatto umano. Trovarlo e farlo esplodere, poco dopo, nel tuffo dalla transenna per lo stage diving, tanto immancabile quanto atteso.

Gli amplificatori si riaccendono sui versi taglienti di Fidatevi e su Bevo, quella che – dalle parole del frontman bassista – è considerata una bella canzone de I Ministri ma che nel tempo si è responsabilizzata.

<<Abbiamo ancora due colpi >> – confessa Dragogna con il viso nascosto dai capelli fradici – <<Facciamo in modo che, tra il mare, le colline e i monti, l’odio e la rabbia si tramutino in abbracci e applausi. Come ha già fatto tutto lo staff del Mind, volendo ancora questi quattro coglioni che, in Italia, continuano a fare quella cosa strana che si chiama rock ‘n’ roll>>.

Diritto al tetto e Abituarsi alla fine incorniciano un concerto memorabile, suggellato dall’invito a non mollare. Tuttavia alla sensazione che lascia aver vissuto un live de I Ministri non ci si abitua mai: le luci spente e il guardarsi dentro, rispecchiandosi nelle loro canzoni. Processo liberatorio ma tormentato.

Un’emozione densa, piena, profonda che, per fortuna, una fine non ce l’ha.

 

SETLIST:

Mammut
Cronometrare la polvere
Comunque
idioti
I soldi sono finiti
Sabotaggi
Stare dove sono
Usami
Se si prendono te
Due dita nel cuore
Un viaggio
Una palude
Il bel canto

Fidatevi
Bevo
Diritto al tetto
Abituarsi alla fine[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Laura Faccenda

Foto: Giorgia Zamboni

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Magellano Concerti

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685666923{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15746″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15744″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15741″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685666923{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15747″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15743″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15739″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15748″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15740″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15742″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15749″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Alteria

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Les Négresses Vertes @ Verucchio_Festival

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• Les Négresses Vertes •

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Verucchio Festival (Verucchio) // 24 Luglio 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Michele Morri

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Ponderosa | Verucchio Festival

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Peter Doherty & The Puta Madres @ Acieloaperto

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• Peter Doherty & The Puta Madres •

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Acieloaperto (Rocca Malatestiana – Cesena) // 23 Luglio 2019

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Per anni ho trovato insopportabile Pete Doherty. Così rock’n’roll da diventare cliché. Brutto, sporco, perennemente ubriaco, eroinomane. Pete che devasta le camere degli hotel, che si fidanza con le modelle, che entra ed esce dalla rehab, Pete che non sarebbe arrivato ai quarant’anni.

Però, come spesso succede, nella vita si finisce anche per innamorarsi di quello un po’ matto. Del ribelle, quello che esagera, sempre pronto a uscire dal seminato per infilarsi dritto dritto nella cattiva strada. Non ha senso, ma lo facciamo. Ed è così che io mi sono innamorata dei The Libertines, prima, e dei Babyshambles, poi. Oggi però Pete è tornato ad essere Peter, se non vi dispiace, e proprio la curiosità di conoscere questa nuova, ultima reincarnazione, mi ha portata a Cesena, a vedere dal vivo Peter Doherty and the Puta Madres.

In questi anni ho capito che la grande dote richiesta ad un fan irriducibile di Doherty è la pazienza. A volte non si presenta ai concerti, altre ci arriva completamente ubriaco. Succede anche che se ne vada prima. In occasione di acieloaperto però inizia puntuale, alle 22.15 sale sul palco. Ma non è la sola novità: anziché urlare, oggi Peter sussurra. Nella sua musica c’è un po’ meno rumore e un po’ più amore. Per il resto è sempre lui: polo, jeans e sneakers da pub, un po’ imbolsito, un po’ sbiadito. Invecchiato, certo. Ma con quella scintilla negli occhi che dà l’idea di farlo esplodere da un momento all’altro.

Partono i primi pezzi: All at Sea e Hell to Pay at the Gates of Heaven. Le canzoni del passato, dei The Libertines o dei Babyshambles, sono quelle che, inevitabilmente, riscuotono il maggiore entusiasmo. I brani dei the Puta Madres sono intrisi di una malinconia irresistibile, coadiuvata dall’armonica di Doherty, che lega tutto insieme. Alcune sono ballate lente e romantiche dal gusto gitano, ma non mancano comunque i suoni “a la Doherty” più tradizionali.

Narcissistic Teen Makes First XI è un’altra canzone dolce, lo stesso vale per Shore Leave: “you can’t lose control, if you don’t have control”, che sembra richiamare le bravate del vecchio Pete. D’altronde, bisogna riconoscere che Doherty è sempre stato sincero riguardo ai suoi due amori: le droghe e la perfida Albione.

Più volte durante il concerto mi ritrovo a pensare a lui come ad un gatto che fa la fusa. Cerca continuamente un contatto con il resto della band. Non solo con Katia DeVida, ma soprattutto con il chitarrista Jack Jones. Li abbraccia, li accarezza, li cerca, poi si allontana, li guarda da un angolo del palco durante un assolo e poi ritorna. È di buon umore e mostra tutta l’umanità e la gentilezza di un artista forse troppo spesso maltrattato, dalla vita e dalla stampa.

Someone Else To Be cita potentemente gli Oasis, il pubblico canta insieme a lui: “per favore, non mettere la tua vita nelle mani di un gruppo rock n’ roll, loro butteranno via tutto”. Una frase presa in prestito che riassume vent’anni di musica, vissuti tra tentativi di riabilitazione, bizzarri problemi personali, cadute, autodistruzione e alcuni brevi scorci di paradiso.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Daniela Fabbri

Foto: Luca Ortolani

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie ad Hub Music Factory | Retro Pop Live

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Tash Sultana @ Ferrara_Sotto_Le_Stelle

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• Tash Sultana •

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Ferrara Sotto Le Stelle (Piazza Castello – Ferrara) // 22 Luglio 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Valentina Bellini

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Comcerto

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EX:RE @ Sexto’Nplugged

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• EX:RE •

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Sexto’Nplugged  (Piazza Castello, Sesto al Reghena) // 22 Luglio 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Massimiliano Mattiello[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”15603,15602,15601,15606,15600,15605″][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”15604,15599″][/vc_column][/vc_row]

EX:RE @ Magnolia

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• EX:RE •

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Circolo Magnolia (Milano) // 21 Luglio 2019

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Il “dizionario della musica” associa l’espressione “breakup album” a tutti quei lavori che traggono origine e ispirazione da una rottura.

Ex:Re, debutto solista e album omonimo di Elena Tonra, soave voce dei Daughter, rientra in questa categoria. Il titolo, eloquente gioco di parole, significa “Regarding Ex”, sottolineando il dolore per la fine di una storia d’amore, ma anche “X-Ray” rimandando ad una radiografia interiore, necessaria per sondare, focalizzare, curare e rimettere assieme i pezzi di una frattura emotiva.

La bella inglese mette a nudo le proprie emozioni in dieci tracce, tappe di un cammino di purificazione, dalle atmosfere malinconiche, lisergiche e triphop. Uno scenario notturno ed intimo che si addice perfettamente alla cornice del Circolo Magnolia di Milano, scelto come palcoscenico della prima delle due tappe previste in Italia, domenica 21 luglio. Scortata dalla band e dal suo timido sorriso, Elena entra in scena, puntualissima, posizionandosi al lato del palco, in una mise total black, spezzata dalla leggera trasparenza della maglia maculata. È My heart, ultimo pezzo del disco, ad aprire il set per un’esperienza di ascolto quasi a loop, dalla fine all’inizio, a rotazione. L’essenziale accompagnamento della chitarra mette subito in risalto la vocalità eterea e raffinata per poi arricchirsi, in When the time went, del ritmo modulato, mai troppo nervoso della batteria a cui siede il talentuoso Fabian Prynne (osservandolo nei movimenti ho pensato tutto il tempo al protagonista del film Wiplash). Le armonie e disarmonie del violoncello di Josephine Stephenson si trasformano nelle sirene che fanno da pattern sonoro a New York, fotografia caleidoscopica di un’anima sofferente, perduta per le vie della metropoli in preda a ricordi confusi o allucinazioni (I’m seeing things I’m missing / I miss him and I hate it / I’m drunk / New York, New York).

Alternandosi alla cinque corde e al basso, la Tonra lascia tutti gli strumenti per Too sad, cantata a occhi chiusi, con una mano al petto e una sulla pancia, punti focali del cuore e dell’istinto con cui l’artista parla a se stessa. Le luci si tingono di porpora per la rabbia e la delusione espresse dai versi di Liar che anticipa la dimensione fra l’incubo e la veglia di 5 AM, intervallo vuoto scandito dalla solennità del piano e dal ritmo ascendente e incalzante del timpano, colonna sonora dell’incedere del fantasma dei rimorsi e dei rimpianti.

<< È stato bellissimo essere con voi stasera. Grazie per tutto questo. E scusatemi per il mio italiano…La mia famiglia non abita nemmeno lontano da qui. Noi chiudiamo con questo brano… Non ne abbiamo altri >> – scherza Elena, teneramente imbarazzata, sotto la sua frangia.

Il finale è affidato al primo singolo estratto, Romance, ipnotico flusso di pensieri, memorie e dolore che, però, non permettono di smarrire del tutto una lucida concretezza. Un’artista, una donna che ammette di essere caduta nell’abisso, di averlo sondato ma di esserne riemersa. Una lezione necessaria da interiorizzare, come quella celebrata nella cover dei The Korgis, Everybody’s got to learn sometime, eseguita con tanta intensità, nell’encore. Il desiderio di regalare la sua esperienza a chi l’ha sempre sostenuta, attraverso quelle lettere mai scritte che hanno preso la forma di vita in musica, per imprimere un momento, chiudere un accordo a fine capitolo e girare pagina.

 

SETLIST:

My heart
Where the time went
Crushing
I can’t keep you

New York
Dazzler
Too sad
Liar
5 AM
Romance

Everybody’s got to learn sometime (Cover The Korgis)

 

Testo: Laura Faccenda

Foto: Luca Ortolani

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Grazie a Comcerto[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685666923{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15568″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685666923{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15573″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15575″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15566″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15564″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”15569″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”15571″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”15574″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15570″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15563″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15565″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15562″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15572″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15567″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15567″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row]

Bring Me The Horizon @ Bologna_Sonic_Park

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• Bring Me The Horizon •

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+
Enter Shikari
Tigress

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Bologna Sonic Park (Bologna) // 19 Luglio 2019

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Foto: Luca Ortolani

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Enter Shikari

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Tigress

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Afterhours @ Bologna_Sonic_Park

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• Afterhours •

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+
Rancore
I Hate My Village 

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Bologna Sonic Park (Bologna) // 18 Luglio 2019

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Magliette dei Joy Division, bruciature di sigarette sulle braccia, birre che volano sulle teste del pubblico, pogo selvaggio, Manuel Agnelli e i suoi capelli liscissimi. No amici, non siamo nel 1999. Le cose però, per una delle mie band del cuore, non sembrano cambiate granché, ad eccezione del numero esorbitante di smartphone pronto a riprendere e a registrare qualunque nota o parola pronunciata durante questa serata. Questa bolognese del Sonic Park è una delle due date che vedranno gli Afterhours esibirsi, per quest’anno e il pubblico è molto caldo.

Mentre aspetto che il concerto inizi penso a quante volte li ho visti dal vivo, dalla mia adolescenza ad oggi. Tante, sicuramente. Vicino a me, una donna sulla quarantina indossa la t-shirt del recente tour di Agnelli, A Night With, e non smette di farsi selfie con alle spalle il palco e di far vedere a tutti quelli che la circondano i video fatti durante i passati concerti del gruppo.

Preceduti dagli I Hate My Village e Rancore, Agnelli e i suoi salgono sul palco alle 21.30, spaccando praticamente il minuto. Se non fosse per la barba imbiancata di Manuel, e insolitametne lunga, sembrerebbe davvero che il tempo non sia passato. Fin dal primo pezzo, Rapace, la band milanese è ancora in grado di trascinare il pubblico in un vortice di chitarre e suoni taglienti.

Sul palco sono felice di rivedere anche Xabier Iriondo, chitarrista storico del gruppo, per qualche anno assente dalle scene, e felicemente ritornato dal 2016.

Quando arriva Male di Miele il pubblico inizia a ballare e pogare ai lati del palco. La ragazza sulla quarantina con la t-shirt dopo qualche spallata violenta viene risucchiata da un gorgo infernale e sparisce dalla mia vista. Mi chiedo se abbia mai fatto ritorno a casa.

Nonostante, come ha ripetuto più volte Agnelli durante la serata, abbiano fatto due soli giorni di prove, la chimica e l’energia che sprigionano è rimasta immutata. Gli Afterhours sono una macchina perfetta e l’elettricità è alta, si vede che c’è la voglia di fare un bel concerto. Infatti nonostante sarebbe potuta benissimo essere la classica esibizione da “best of”, non è così. Agli Afterhours piace spiazzare il pubblico e lo sanno fare maledettamente bene. Oltre alle classiche Padania, Il Paese è Reale, Bianca, Ballata per la mia Piccola Iena e Non è per Sempre ci sono anche altri brani che non vengono eseguiti così spesso dal vivo, come Oppio o Se io fossi il giudice.

Quando arriva Il mio popolo si fa, Agnelli è completamente trasfigurato in un Cristo in croce. Qualcuno dal pubblico gli urla “sei il mio messia”. Capelli lunghi, braccia aperte, ma niente a che fare con quella faccenda del “porgi l’altra guancia”. Gli Afterhours, se ci hanno insegnato qualcosa in questi anni, è proprio a non essere passivi. La vita ti dà uno schiaffo? Benissimo, tu daglielo indietro. Più forte e dove fa più male.

Agnelli negli anni è diventato più loquace, ha una maggiore voglia di raccontarsi, ma alcune cose sono rimaste immutate. Non dirà mai qualcosa solo per accattivarsi il consenso del pubblico. Un gruppo di ragazze di fronte al palco gli urla che la loro amica sta per sposarsi. “Cosa? Ah”, fine del discorso. Non un sorriso, non un ammiccamento, niente di niente. Ma è anche per questa personalità spigolosa che il suo pubblico gli vuole bene.

Quando gli Afterhours rientrano sul palco per i bis arriva il momento Iggy Pop della serata. Agnelli si toglie la maglia e a petto nudo, roteando il microfono come se fosse un nunchaku, esegue il trittico La verità che ricordavo, La vedova bianca e Bye Bye Bombay.

Chiude la serata Voglio una Pelle Splendida, al termine della quale si accendono le luci e gli Afterhours si uniscono in un grande abbraccio. Anche noi li abbracciamo idealmente. Suonare per oltre due ore, con una scaletta dei tempi migliori e tutta l’energia che avevano a disposizione, dimostra un grande rispetto per il pubblico.

Chi si aspettava un compitino ben svolto si sarà dovuto ricredere: gli Afterhours sono in ottima forma, oggi come trent’anni fa.

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Daniela Fabbri

Foto: Luca Ortolani

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Rancore

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I Hate My Village

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Ketama126/Speranza/Massimo Pericolo @ Rock_in_Roma

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• Ketama126 / Speranza / Massimo Pericolo •

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Rock In Roma  (Ippodromo delle Capannelle – Roma) // 18 Luglio 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Tommaso Viscomi[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”15547,15548,15549,15550,15551,15552″][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”15553,15554,15555,15556,15557,15558″][/vc_column][/vc_row]

God Is An Astronaut @ Parco_della_Musica

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• God Is An Astronaut •

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Parco della Musica (Padova) // 14 Luglio 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Massimiliano Mattiello

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Muse @ Stadio_San_Siro

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• Muse •

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T H E   S I M U L A T I O N   T H E O R Y
W O R L D   T O U R

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Stadio San Siro (Milano) // 13 Luglio 2019

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Foto: Luca Ortolani

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